Tante sono le caratteristiche corporee che distinguono un corpo maschile da uno femminile, ma una in particolare che non sempre si considera è il pomo d’Adamo. Più evidente negli uomini, questa sporgenza cartilaginea che circonda la laringe rappresenta spesso un ostacolo per chi in fase transgender, aspira al raggiungimento di un aspetto femmineo, o in fase finale di conversione andro-ginoide.
Per rispondere a questa esigenza estetica, la chirurgia plastica offre un intervento per ridurre l’evidenza del pomo d’Adamo intervenendo direttamente sulla struttura cartilaginea.
Prima di procedere con l’operazione è però importante che il paziente si sottoponga ad una serie di accurate analisi cliniche utili per escludere la presenza di eventuali patologie tiroidee e generali del collo. Il chirurgo quasi in veste di psicologo ha inoltre il compito di spiegare al paziente cosa aspettarsi dopo l’operazione, ascoltare le motivazioni del suo cambiamento, nonché mostrare le difficoltà legate ad una futura e possibile operazione per la ricostruzione del pomo d’Adamo.
Per quanto riguarda la fase operatoria, l’intervento benchè eseguibile in anestesia locale con sedazione è spesso condotto in generale in quanto il campo operatoria del chirurgo è in prossimità della trachea. Inoltre, spesso i pazienti che scelgono di sottoporsi a questa operazione assumono farmaci specifici per terapie ormonali con progenitrici e similari incidenti sul sangFuinamento.
Pertanto il paziente al termine dell’intervento resterà in clinica per una notte, proprio per scongiurare eventuali rischi.
Per ridurre il pomo d’Adamo, si effettua una piccola incisione in orizzontale sul collo attraverso la quale il chirurgo accede alla zona e interviene direttamente sulla struttura cartilaginea rimodellandola “al femminile”.
In media l’intervento ha durata di 40 minuti.
Il Dott. Raffaele Rauso esegue a Roma interventi per la riduzione del pomo d’Adamo.