Uno degli inestetismi maggiormente invalidanti sotto il profilo psicologico, sono le cosiddette “orecchie a sventola”. il padiglione auricolare risulta essere particolarmente sporgente e staccato dalla testa e, talvolta, può presentarsi in modo asimmetrico.
Tale problema, in genere comincia fin dalle prime fasi dell’età scolare, quando i bambini, una volta lasciato il focolare domestico e cominciato il confronto con i suoi pari, resta vittima di scherno, talvolta rasentando il bullismo, da parte di alcuni coetanei. Questo, inutile quasi precisarlo, causa un elevato distress psicologico, che può portare il bambino a non voler più andare a scuola, identificandola come luogo ostile che lo fa sentire fortemente a disagio, minando il suo rapporti futuri in ambito sociale.
Il più delle volte, la famiglia tende a minimizzare tale disagio, ma per il bambino o la persona adulta, certe vessazioni talvolta raggiungono livelli molto alti di disagio. Eppure le tecniche per affrontare questa problematica in modo del tutto risolutivo, esistono già da molti anni, parliamo appunto di otoplastica, un intervento chirurgico dhe ha una durata media di 60 minuti e che, in soggetti adulti, può essere agevolmente eseguito in anestesia locale.
Discorso a parte vale per i bambini, a cui si rende necessaria, nel maggior numero dei casi, un’anestesia generale, data la difficoltà a collaborare in soggetti così giovani. Le incisioni per modellare e ridurre la sporgenza dell’orecchio, saranno praticate posteriormente, nella piega in cui il padiglione auricolare si congiunge alla testa e la cicatrice risulterà praticamente invisibile, una volta giunta a guarigione.
La fase post-operatoria è molto agevole, se si esclude la presenza di un turbante nelle prime 24 ore, che ha un effetto compressivo. Una volta rimossa questa fasciatura, il paziente dovra portare una fascia da tennista per la prima settimana e poi, per ulteriori due settimane solo quando andrà a dormire, in modo da evitare che l’orecchio si pieghi mettendo a repentaglio la sutura operatoria. La gestione della ferita necessiterà del supporto di un’altra persona, poiche risulterebbe inagevole se fatta dal paziente stesso. Essa consiste in una delicata detersione con acqua ossigenata e nell’applicazione di una crema.
Se hai intenzione anche tu di sottoporti ad intervento di otoplastica, contatta il Professor Raffaele Rauso presso i suo studio di Roma.