Ogni anno sono circa 4 milioni i pazienti adulti o bambini che scelgono di sottoporsi ad un intervento di otoplastica correttiva per dire addio alle orecchie a sventola. In realtà quando si parla di chirurgia delle orecchie ed otoplastica esistono tecniche studiate anche per correggere altri difetti di questa zona che prevedono il ricorso a pratiche ricostruttive.
Difatti in questi casi si parla propriamente di otoplastica ricostruttiva e mira al ripristino dell’estetica delle orecchie caratterizzate da dismorfie di varia natura.
In particolare l’operazione può mirare ad una ricostruzione auricolare post-traumatiche come le note “orecchie a cavolfiore” caratteristiche soprattutto dei giocatori di rugby.
Questa deformità della struttura dell’orecchio è causata dal loro frequente frazionamento nelle mischie di gioco che genera la sviluppo di una pericondrite, ossia la comparsa di tessuto esuberante.
L’otoplastica ricostruttiva può inoltre rivolgersi alla correzione dei lobi quando, ad esempio, l’utilizzo di orecchini pesanti o di comuni dilatatori tagliano per netto o modificano l’ampiezza del lobo stesso.
Non si escludono anche i casi in cui la ricostruzione dell’orecchio si rivolge alla sua riduzione, con una seguita ricreazione dell’antelice che consente di ridurre anche l’evidenza dell’aspetto ad ansa.
L’intervento ricostruttivo può essere in alcuni casi condotto in sede ambulatoriale, come per la correzione dei lobi o la rimozione di neoformazioni di piccola entità. Contrariamente, in presenza di dismorfie più gravi così come per per le orecchie a sventola, ci si sposta in sala operatoria e si ricorre ad una anestesia locale con sedazione o totale in caso di pazienti minorenni.
Ovviamente, le tecniche operatorie differiscono in relazione al problema estetica dell’orecchio e quindi la durata dell’intervento può ampiamente variare.
Il Dottor Raffaele Rauso esegue interventi di otoplastica ricostruttiva e correttiva nella città di Roma.